Fenomenologia di Casaleggio. Governo? Non chiedete a me.

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Chi è Davide Casaleggio? Per i grillini è il figlio del guru e della mente del Movimento che porterà avanti la sua eredità, quasi come una specie di protettore della verità del Movimento.  Per gli avversari politici qualcuno di cui non ci si può fidare, l’eminenza grigia, che si mostra poco e proprio per questo difficile da decifrare, quasi da decriptare. Per i detrattori uno scaltro che dal padre ha sì ereditato le teorie del futuro e la visione politico-manageriale ma anche la direzione di una macchina che funziona alla perfezione: la “Casaleggio associati”, fornitore di servizi di marketing digitale, di creazione e gestione di siti web, di “arbitraggio” e di altri servizi legati allo sviluppo di aziende commerciali sulla rete.

Un’azienda che non solo gestisce la piattaforma “Rousseau”, che corrisponde alla struttura di un partito, che non ha sedi né circoli, ma ha una piattaforma di connessione tra persone in rete e dove vengono prese le decisioni attraverso elezioni online (su cui però grava la decisione di Grillo e Casaleggio stesso se il risultato sia accettabile o no) e che inoltre decide le scelte editoriali di tutti i blog o siti afferenti al Movimento.

Detto questo cosa farà nel prossimo futuro Davide Casaleggio? Rimarrà nell’ombra a dirigere la “macchina” del Movimento lasciando la ribalta ai soliti Di Maio e Di Battista, telegenici showmen acchiappa-consenso o si candiderà in quanto leader in prima persona?

La domanda ha una facile risposta. E sta nel programma della “Leopoldina” del M5S, evento a cavallo tra l’happening politico e convegno sull’innovazione, il #SUM01, dedicato alla memoria di Gianroberto il capo-fondatore, che si è tenuta a Ivrea nella vecchia sede dell’Olivetti, sabato 7 aprile. Un incontro in cui si è parlato della vita del futuro: dai robot, alla rete, alla moneta virtuale, alle future connessioni tra individui e istituzioni, di democrazia dioretta mediata dalla piattaforma (attenzione: non dalla “rete”, dalla piattaforma). Nel programma dei lavori Davide Casaleggio non c’era. In sintesi, non è intervenuto, lasciando agli “attori” sul palco la rappresentazione, a lui basta rimanere in regia.

Si era speso in prima persona il giorno prima: per pubblicizzare l’evento in una puntata di 8 e mezzo di Lilli Gruber, tra l’altro accolto con tutti gli onori (la gente che fa TV capisce subito dove gira il vento: ricordarsi del primo Renzi osannato e dell’ultimo quasi bistrattato). Nient’altro. Almeno a guardare il programma di cui sopra.

E allora è inevitabile che anche lo show-down del Movimento alle elezioni politiche del 2018 (su cui grava il problema della legge elettorale che potrebbe bloccare la trionfale marcia dei grillini al governo) sarà come annunciato.

Davide non ci sarà. Di Maio sarà il candidato premier, come già deciso forse addirittura dal padre-fondatore. Come è successo per la Raggi a Roma, scelta di cui (loro non lo ammetteranno mai) si sono prontamente pentiti. Questo non vuol dire che Davide non deciderà tutto ciò che avviene all’interno del Movimento e nel governo. Lo farà con Grillo che però è sempre più “stanco” delle cose politiche che porta avanti e gestisce a malincuore. Lo testimonia il piglio con cui ha risposto alle domande di Lilli Gruber, concedendosi anche una tattica comunicativa tipica di molti politici “rampanti” la denigrazione e delegittimazione dell’avversario (in questo caso Renzi).

La strategia e lo storytelling di Davide sono chiari. Io ho le idee che mio padre mi ha insegnato, sono un innovatore intelligente e misericordioso nei confronti dei cittadini sfruttati dalla politica. Ma il mio ruolo è limitato, io sono solo il gestore di Rousseau, il capo politico è Grillo. Il prossimo Presidente del Consiglio Di Maio. Non chiedete a me. Io semmai organizzo #SUM01 e parlo di robot e futuro.

Resta da capire se con un governo a 5 stelle questo storytelling di Casaleggio funzionerà. Quando ci sarà da gestire un Movimento spesso litigioso (fenomeno normalissimo nei consessi umani) che avrà a disposizione Ministeri, uffici, strutture, ambasciate, forze armate e forze dell’ordine, e tutto l’apparato statale. Lì si capirà se Davide rimarrà tranquillo in un ufficio milanese a parlare con “Rousseau”.

Gianluca Garro