#pasocial al ForumPa, suggerimenti per ridurre uno storico ritardo

ForumPa_facciata

ForumPA cresce, in attesa di dati e cifre ufficiali. Il luogo che ha ospitato la manifestazione , la famosa, o famigerata , dipende dai punti di vista, Nuvola di Fuksas ha rappresentato una sorta di passo avanti dell’evento che conquista un centro congressi avveniristico con 15 sale occupate, spazi ad hoc, addirittura studi radio-tv.

Tra le mille proposte del Forum la crescita e dell’affermazione di #pasocial. Ricordiamo a chi ancora non ha mai sentito parlare di #pasocial che si tratta di un gruppo di comunicatori del governo, della Presidenza del Consiglio, dei ministeri, delle agenzie governo, delle strutture di missione, delle forze dell’ordine, delle forze armate che partendo dalla condivisione delle esperienze anche informale si è organizzato a discutere e poi col tempo a mettere in comune delle idee e delle linee guida finalizzate allo sviluppo delle “nuove” forme di comunicazione al servizio dei cittadini. Un gruppo che sta per unirsi in associazione.

Sono stati numerosi gli incontri animati dalla comunità di #pasocial: non solo convegni, anche interventi radio-televisivi in onda in streaming sul sito FPA.net e alcune lezioni definite “academy” dove con maggiore calma e chiarezza i comunicatori hanno potuto dare un’idea completa delle modalità più efficaci di comunicazione social per la pubblica amministrazione.

E’ stata l’occasione anche di lanciare dei prodotti che finora erano ben lontani dall’essere adottati dalla PA come il canale Facebook Messenger del Ministero delle Politiche agricole che prevedrà l’utilizzo di un B.O.T. che potrà rispondere in tempo reale alle domande dei cittadini fin quando poi le domande stesse non meriteranno risposte più articolate che necessiteranno di un intervento umano.
Al centro del dibattito la necessità di una riforma decisa e completa della Legge 150 del 2000 che per la prima volta in Italia regolò la comunicazione istituzionale. Una legge obsoleta ormai, soprattutto perché pensata e scritta molto prima che i social network o i servizi di chat messaging entrassero nelle menti dei loro creatori. Non solo, anche perché si tratta di una legge al momento disattesa, e spesso neanche rispettata da tutte le istituzioni allo stesso modo.

Altro tema ricorrente nei dibattiti targati #pasocial la struttura degli uffici che pensano e producono comunicazione al cittadino. Il ritardo in molti casi è allarmante. Ritardo fatto di ancora troppi comunicati, a volte ancora fatti di carta e magari inviati via fax. Comunicati che nella maggior parte dei casi, se non inseguono o raramente creano una notizia non vengono neanche presi in considerazione dai quotidiani o dai TG o dalle radio e per questo completamente ignorati dai cittadini-audience. A tutto ciò si aggiunge un’obsolescenza affiancata da una diffusa inefficacia dei famosi uffici per le relazioni con il pubblico contemplati dalla succitata legge 150 del 2000.

Siamo di fronte ormai ad una necessità sempre maggiore di integrazione tra gruppi di lavoro e di conseguenza tra strumenti di lavoro per permettere alla comunicazione concepita dalla PA di giungere chiara ai cittadini così da favorire sempre migliori esperienze di “contatto” con la PA stessa.

Sarebbe auspicabile “affiancare” e rendere il più possibile osmotici i vari uffici. L’ufficio stampa e del portavoce (se è contemplato dall’organigramma dell’istituzione) con l’ufficio o servizio comunicazione (che di solito si occupa del sito web) con la redazione che si occupa dei social, con l’ufficio relazioni con il pubblico fino al contact centre che fa della comunicazione telefonica diretta il centro del suo lavoro.
In diversi casi è possibile far lavorare tutti nella stessa sala, sul modello di una sala operativa come le conosciamo per i comparti sicurezza o di protezione civile.
Alcuni la chiamerebbero romanticamente una “war room”. Ognuno può chiamarla come vuole, dando sfogo alla fantasia. Ma può rappresentare il futuro del lavoro della comunicazione nella pubblica amministrazione.

Un lavoro quindi integrato, con gli stessi obiettivi e con al centro l’ottimizzazione dello strumento dei social e dei servizi di chat messaging. Con un rapporto sempre più bilaterale con il cittadino. Con un servizio e quindi una strategia di risposte e di lancio di iniziative. Lo può fare un B.O.T., cioè un robot ma molto spesso un gruppo di professionisti preparati alla bisogna può rendere il servizio ancora più efficiente.
E’ questo il percorso su cui passa il grosso della modernizzazione della PA, la speranza è che non rimanga tutto una bella discussione fatta “dentro la Nuvola”.

Gianluca Garro